
Gli spazi di coworking si distinguono principalmente in due tipologie:
– il primo modello è “aperto”, senza barriere all’ingresso, e include, ad esempio, AREA Coworking, la rete Cowo, Toolbox di Torino, Lab121 di Alessandria, che vengono definiti “generalisti” e svolgono il compito di fornire un contatto tra persone con competenze e professionalità differenti;
– il secondo modello presente è quello definito come “verticale”: in questo caso è compito della rete selezionare i coworker in base al settore, alla professione o al progetto. In quest’ultimo modello rientrano The Hub per l’innovazione e l’imprenditoria sociale, Talent Garden per l’ambito web e comunicazione, Multiverso di Firenze per comunicazione, marketing e pubblicità. Negli spazi verticali è più importante costruire occasioni di apertura verso l’esterno.
Per tutti, si tratta di trovare un equilibrio tra condivisione e contaminazione: è ormai chiaro che l’obiettivo non è risparmiare sui costi delle scrivanie, ma migliorare la qualità della vita lavorativa e creare nuove opportunità di business e di lavoro.
I destinatari privilegiati sono freelance e piccoli imprenditori, ma può interessare anche disoccupati e lavoratori dipendenti.
Ed è per questo che le amministrazioni pubbliche iniziano a guardare ai coworking con interesse e a sperimentare attraverso questi spazi nuove politiche del lavoro.
Se siete interessati a verificare a che “modelli” si ispirano gli spazi di coworking più vicini a voi, potete visionare i siti dei nostri partner al seguente link: coworkingitalia
E voi cosa scegliereste?
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